Ritardo nel rimborso 730/2025? Forse il Fisco lo ha bloccato. Scopri i casi più comuni, da controlli preventivi a debiti pendenti.
Ogni anno milioni di contribuenti italiani presentano il modello 730 per ottenere il rimborso dell’IRPEF, spesso legato a spese sanitarie, interessi sul mutuo, detrazioni per familiari a carico o bonus edilizi. Si tratta di un passaggio cruciale per lavoratori dipendenti e pensionati, che possono ricevere il rimborso direttamente nella busta paga o nel cedolino della pensione, senza dover attendere troppo.

In alcuni casi, però, il rimborso viene bloccato o ritardato dall’Agenzia delle Entrate, generando preoccupazioni e dubbi nei contribuenti. Ma questo quando accade? Il Fisco può davvero sospendere il pagamento di quanto spetta? E cosa si può fare per evitare o risolvere la situazione? Cerchiamo di rispondere a queste domande in modo semplice. Andremo a vedere anche quali sono i tempi da tenere presenti e come comportarsi in caso di controlli o debiti pendenti.
Rimborso modello 730: come funziona e quando il Fisco lo blocca
Il modello 730 è la dichiarazione dei redditi più utilizzata da lavoratori e pensionati, perché consente di ottenere eventuali rimborsi direttamente dal datore di lavoro o dall’INPS. Nel caso in cui dalla dichiarazione emerga un credito IRPEF, l’importo viene restituito attraverso la busta paga tra luglio ed agosto, per i lavoratori. Per i pensionati avviene invece con la pensione tra agosto e settembre.

Uno dei casi più comuni di blocco è il cosiddetto controllo preventivo, previsto dalla legge. Il Fisco può attivarlo quando il rimborso richiesto supera i 4.000 euro; il contribuente ha modificato in modo rilevante il modello precompilato – ad esempio aggiungendo spese mediche, detrazioni o oneri non presenti originariamente; oppure se ci sono delle incoerenze tra i dati dichiarati e quelli ricevuti da fonti terze.
Quando il credito IRPEF supera i 4.000 euro, anche in assenza di errori evidenti, scatta automaticamente il controllo preventivo. Questo perché il Fisco considera questi importi come sensibili e vuole verificare che non ci siano anomalie o tentativi di frode. Il contribuente non deve fare nulla in questa fase, ma può ricevere una comunicazione dall’Agenzia con eventuali richieste di documenti.
L’Agenzia delle Entrate ha poi 4 mesi di tempo dalla data di scadenza per la presentazione per completare i controlli. E se è tutto in regola, il rimborso viene pagato entro 6 mesi dalla presentazione. Se, invece, ci sono problemi o incongruenze, il contribuente riceverà una comunicazione e potrà fornire chiarimenti o documenti.
Se ricevi una comunicazione di controllo o blocco del rimborso puoi sempre verificare le motivazioni del blocco. Raccogliere e inviare tutta la documentazione richiesta dall’Agenzia. In caso di debiti fiscali, puoi sempre valutare se accettare la compensazione o sanare il debito autonomamente. E se ritieni che ci siano errori, puoi presentare un’istanza di autotutela o rivolgerti a un CAF o a un consulente fiscale.
Con un po’ di attenzione in fase di compilazione e con la documentazione sempre in ordine, è possibile affrontare eventuali controlli con serenità e ottenere il rimborso senza problemi.