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Pericolo per la salute legato all’utilizzo della lavastoviglie: il nuovo studio preoccupa gli esperti

Negli ultimi giorni, una nuova ricerca ha sollevato dubbi su un potenziale rischio per la salute legato a un elettrodomestico di uso quotidiano: la lavastoviglie.

Secondo gli esperti, durante il normale funzionamento di questi apparecchi si verificherebbe il rilascio di sostanze potenzialmente dannose, che potrebbero avere effetti sull’ambiente e, indirettamente, sull’organismo umano.

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Se da un lato l’utilizzo della lavastoviglie rappresenta un’importante comodità per la vita moderna, dall’altro emergono interrogativi sempre più pressanti riguardo a possibili conseguenze ancora poco conosciute.

Rischi e vie di esposizione: che cosa sappiamo

Il team australiano ha monitorato una lavastoviglie a pieno carico con stoviglie di plastica e ha misurato il rilascio di circa 920.000 micro e nanoparticelle per ciclo. Sono particelle al di sotto dei 5 mm, così piccole da poter penetrare nei tessuti o essere ingerite con il cibo. Una quantità preoccupante, poiché l’uso quotidiano tende ad accumulare questi frammenti nei sistemi domestici e ambientali.

Le microplastiche possono contaminare l’acqua potabile, gli alimenti e persino l’aria indoor. Studi recenti suggeriscono che, una volta ingerite, queste particelle possono attraversare la barriera intestinale e migrano verso organi come fegato e reni, dove possono causare infiammazione, stress ossidativo o alterazioni del microbiota intestinale. Sebbene la ricerca sia ancora agli albori, esperimenti su modelli animali indicano la possibilità di impatti sul sistema immunitario e sul metabolismo.

Rischi e vie di esposizione: che cosa sappiamo – casamatti.it

Parallelamente, si valuta l’effetto combinato con i residui di detersivi: un mix potenzialmente sinergico e più pericoloso delle microplastiche stesse.

Se da un lato la lavastoviglie risulta una fonte significativa dentro la casa, non è certo l’unica: tessuti sintetici, cosmetici e frammenti ambientali contribuiscono alla contaminazione globale. Tuttavia, il fatto che questo processo avvenga in un’attività quotidiana molto diffusa richiama l’attenzione su una potenziale causa invisibile e sottovalutata di esposizione a livello individuale.

Strategie preventive: come ridurre l’esposizione domestica

Per limitare il fenomeno, lo studio suggerisce l’adozione di filtri specifici per lavastoviglie, in grado di trattenere microplastiche prima del loro scarico . Ma ci sono altre azioni concrete che possiamo mettere in pratica:

  • Lavaggio a mano a basse temperature: evita l’uso intensivo di calore e stress meccanico, minimizzando il rilascio.

  • Materiali alternativi: vengono raccomandati utensili in vetro, ceramica o acciaio, piĂą robusti alle sollecitazioni del lavaggio.

  • Filtri anche per la lavatrice: ideali contro le microfibre rilasciate dai capi sintetici.

  • Manutenzione regolare: pulire i filtri, sostituire le parti usurate e controllare le guarnizioni impedisce accumuli potenziali.

Un altro fronte importante riguarda i produttori, che potrebbero investire nella formulazione di plastiche più resistenti e tecnologie per bloccare la dispersione di micro particelle. Sul piano normativo, è auspicabile l’introduzione di limiti al rilascio di microplastiche per elettrodomestici, simili a quanto già avviene per le microfibre nei tessuti.

Infine, a livello ambientale, migliorare i sistemi di depurazione nelle città potrebbe ridurre l’immissione di microplastiche negli ecosistemi e, indirettamente, negli alimenti di origine animale e vegetale.

Simone Nozza

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