L’annuncio di una nuova tassa sui rifiuti imposta dall’Unione Europea genera rabbia tra gli italiani già pressati dalle imposte.
Si chiedono aiuti e si ricevono nuove tasse e imposizioni, questa la situazione in Italia e nell’Unione Europea. Il pensiero in grande di un’Europa primo continente a zero emissioni, pulito e verde si scontra con le possibilità dei cittadini di adeguarsi alle direttive UE. Senza soldi non si può andare da nessuna parte.

Le buone intenzioni dove mancano le risorse valgono poco. L’Italia stessa può avere le più grandi idee di crescita e rinnovamento ma metterle in pratica senza soldi è impossibile. Tasse, imposte e tributi vengono pagate dai cittadini per aumentare le casse dello Stato. Questi soldi dovrebbero poi essere riversati in servizi e iniziative legate al bene comune.
La maggior parte delle risorse servono per pagare le pensioni e l’assistenza, la sanità, il debito pubblico e in percentuale minore l’istruzione. Percentuali bassissime sono destinate allo sport, all’agricoltura, alle comunicazioni, ai trasporti e alla sicurezza nelle strade. Il ritorno che hanno i cittadini a volte è veramente inadeguato, basti pensare che per una visita medica specialistica in tempi brevi quasi sempre occorrerà rivolgersi ad un privato e spendere centinaia di euro. L’idea di una nuova tassa aggiuntiva crea malumore, è inevitabile.
Perché dovremo pagare una nuova tassa per i rifiuti
Ad oggi la TARI, la tassa sui rifiuti, viene pagata dai cittadini secondo le regole stabilite dai Comuni. Ogni amministrazione può procedere con un calcolo dell’imposto diverso, applicare riduzioni ed esenzioni in base a decisioni completamente autonome. Naturalmente si parte da alcune indicazioni generali comuni come il numero degli abitanti nell’immobile e la metratura dell’immobile per avviare il conteggio.

L’idea UE, invece, tiene conto di parametri diversi ossia dei chilogrammi di rifiuti prodotti. Si parla di 2 euro al chilo – secondo le ultime indiscrezioni – per i rifiuti elettronici, quelli che oggi non vengono conteggiati. Ecco che si può parlare di una nuova tassa aggiuntiva voluta dall’Unione Europea per recuperare circa 15 miliardi di gettito annuo. Questa proposta ha visto la luce lo scorso 16 luglio 2025 e rientra tra i provvedimenti con i quali l’UE vuole aumentare le entrate.
La tassa extra si chiamerà RAEE ma calcolarla non sarà facile. Ci saranno dei moltiplicatori basati sulla differenza tra il peso medio dell’apparecchio nei tre anni precedenti e il peso dei rifiuti raccolti. Un meccanismo contorno che avrà una conseguenza certa, i cittadini dovranno pagare di più mentre lo Stato incrementerà le entrate.