La nuova legge sugli sfratti, introdotta con il Decreto Sicurezza 2025, porta con sé cambiamenti importanti destinati a rivoluzionare il rapporto tra proprietari e inquilini.
L’obiettivo principale è velocizzare le procedure di sfratto, soprattutto nei casi di morosità o occupazioni illegittime, ma le novità sollevano anche dubbi sulla tutela di chi vive in affitto, spesso in situazioni di fragilità.

In un mercato immobiliare già complesso e in tensione, queste modifiche rischiano di stravolgere gli equilibri esistenti, mettendo in discussione sia i diritti dei locatori sia quelli degli affittuari.
Procedure di sfratto accelerate: cosa cambia per i proprietari
Il Decreto Sicurezza 2025 velocizza le procedure di sfratto per tutelare maggiormente i proprietari di casa. Una delle novità più rilevanti riguarda i tempi: l’udienza di convalida dello sfratto deve essere fissata entro 30 giorni dalla richiesta del locatore, riducendo drasticamente le attese rispetto al passato. Questo cambiamento punta a garantire un intervento tempestivo in caso di morosità o occupazioni abusive, evitando che i proprietari restino senza tutela per mesi o anni.
Inoltre, la legge introduce la possibilità di notificare gli atti tramite posta elettronica certificata (PEC), semplificando e velocizzando le comunicazioni legali. Questa modalità rende l’intero iter giudiziario più snello ed efficiente.

Sul fronte delle occupazioni abusive, è stato istituito il reato di “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui” (art. 634-bis c.p.), con pene fino a 7 anni di carcere. In certi casi, le forze dell’ordine possono procedere allo sgombero immediato senza mandato del giudice, previa autorizzazione del pubblico ministero.
Queste misure rafforzano la posizione dei proprietari, offrendo strumenti più efficaci per contrastare l’illegalità e proteggere il diritto di proprietà.