Inquilino molesto in condominio: cosa si può fare in questo caso? Tutto quello che c’è da sapere su questo argomento.
La vita in condominio richiede rispetto reciproco e buone regole di convivenza. Ma cosa succede quando un inquilino, anche affittuario, si comporta in modo scorretto, creando fastidi continui ai vicini?
Possono essere rumori, odori, fumi, urla, comportamenti invadenti o uso improprio degli spazi comuni: tutto questo può trasformare la tranquillità quotidiana in un vero e proprio incubo. In certi casi, queste molestie possono portare anche alla risoluzione del contratto di locazione, per grave inadempimento da parte dell’inquilino. Ma vediamo insieme cosa prevede la legge, cosa si può fare e quali sono i diritti dei condomini e dei proprietari. È molto importante rispettare il prossimo, ma quando questo viene meno è giusto conoscere la legge, che offre diversi strumenti per tutelare chi subisce i disagi.
Non tutti i fastidi condominiali sono uguali. La legge fa una distinzione tra disagi tollerabili e molestie gravi e persistenti. Ecco alcuni esempi: rumori forti o frequenti – come la musica ad alto volume, feste o lavori fuori orario; urla, litigi o schiamazzi continui; odori sgradevoli persistenti; uso improprio degli spazi comuni – come, ad esempio, il parcheggio selvaggio o deposito di oggetti vari.
Il compito dell’inquilino in affitto è quello di usare l’immobile in modo conforme al contratto e rispettoso degli altri. Se questo obbligo viene violato in modo grave e continuativo, il proprietario dell’appartamento può agire per risolvere il contratto di locazione. Ovviamente per richiedere questo, serve una violazione grave, che abbia un impatto reale e significativo. Un comportamento scorretto una tantum può essere tollerato, ma se diventa sistematico, può portare a conseguenze importanti.
Il condomino disturbato può sempre difendersi facendo la segnalazione all’amministratore. Può richiedere un suo intervento formale, con avviso scritto all’inquilino o al proprietario. Inoltre, può sempre fare una diffida scritta per intimare la cessazione dei comportamenti molesti. Si può decidere per convocare un’assemblea condominiale per decidere azioni legali o incaricare un avvocato. Se i rumori sono tanto gravi e ripetute si può fare una denuncia alle forze dell’ordine.
È importante sapere che il proprietario è anche responsabile verso il condominio per il comportamento del proprio inquilino. Se ignora le segnalazioni, potrebbe essere chiamato in causa direttamente. Servono in ogni caso, prove concrete, come registrazioni audio e video dei rumori o degli episodi molesti. Ma anche le testimonianze scritte di altri condomini; o i verbali condominiali in cui si documentano i fatti. Insomma, più è documentata la situazione, più è facile dimostrare la gravità e la continuità del comportamento.
Quando un inquilino in condominio si rende protagonista di comportamenti gravi, molesti e continuativi, che violano il diritto degli altri alla quiete e al buon uso delle parti comuni, può essere considerato inadempiente. In questo caso, il proprietario dell’appartamento può agire per risolvere il contratto di affitto e ottenere lo sfratto.
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