Il lavello resta contaminato e può essere pericoloso: ecco l’errore che moltissimi commettono

Sembra un oggetto innocuo, ma il lavello può diventare una trappola invisibile per la nostra salute. “Pulirlo” non basta…

In cucina spesso prestiamo la massima attenzione alla freschezza degli ingredienti, alla corretta cottura e alla disposizione dei piatti. Tuttavia, c’è un nemico silenzioso che si annida proprio dove meno ce lo aspettiamo: il lavello. Anche se appare pulito, può diventare il punto di partenza per la diffusione di batteri e agenti patogeni, specialmente dopo aver manipolato alimenti crudi come il pesce.

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Il lavello resta contaminato e può essere pericoloso: ecco l’errore che moltissimi commettono. (Casamatti.it)

Uno degli errori più diffusi è proprio quello che facciamo senza pensarci troppo: sciacquare il pesce direttamente nel lavello, magari lasciandolo lì per qualche secondo in attesa di prepararlo. A prima vista, questo passaggio può apparire innocuo, ma in realtà rischia di innescare un processo di contaminazione che continua ben oltre la fine della preparazione di questa o quella ricetta.

L’errore (quasi) invisibile che fa la differenza sull’igiene del lavello

Molti credono che un semplice risciacquo con acqua corrente basti a ripulire tutto. Ma è qui che nasce il problema. Quando il pesce crudo entra in contatto con il lavello, rilascia fluidi biologici – come sangue, muco e frammenti organici – che si annidano nelle microfessure della superficie. Questi residui invisibili, se non trattati correttamente, possono diventare terreno fertile per batteri come Salmonella, Listeria e Vibrio, alcuni dei quali resistono anche a una pulizia superficiale.

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L’errore (quasi) invisibile che fa la differenza sull’igiene del lavello. (Casamatti.it)

Inoltre, il lavello è un luogo dove spesso confluiscono altri alimenti, utensili, piatti e persino le mani. Questo lo rende un habitat perfetto per la contaminazione crociata, ovvero il trasferimento accidentale di batteri da un alimento crudo a uno cotto o già pronto al consumo. Un coltello appoggiato distrattamente, una ciotola sciacquata frettolosamente, e il rischio di contaminazione sale vertiginosamente.

Per questo motivo, il lavello non va semplicemente “pulito”, ma igienizzato. Solo così possiamo interrompere la catena della contaminazione e proteggere la nostra salute. Una buona pratica consiste nel pulire subito il lavello dopo aver trattato pesce o carne cruda, utilizzando detergenti specifici o soluzioni naturali come acqua calda e aceto bianco, oppure una miscela di bicarbonato e limone. Ma attenzione: è fondamentale raggiungere anche le aree meno visibili, come i bordi e le guarnizioni del tappo di scarico. Lì, i batteri trovano rifugi ideali.

Anche l’asciugatura non va trascurata. Un lavello bagnato è un habitat perfetto per la proliferazione batterica. Meglio usare un panno pulito (meglio se in microfibra e lavabile) e asciugare bene ogni angolo, evitando ristagni d’acqua. La prevenzione, in realtà, parte prima ancora di toccare il pesce: lavarsi accuratamente le mani, usare taglieri separati per crudo e cotto, non riutilizzare gli stessi utensili senza lavarli, e conservare il pesce crudo in contenitori ben chiusi e refrigerati.

Infine, è utile ricordare che la pulizia non è solo una questione estetica o di odori. È un vero e proprio atto di protezione quotidiana. Il lavello, se trascurato, può trasformarsi da alleato a minaccia invisibile, soprattutto in una cucina dove la sicurezza alimentare dovrebbe sempre avere il primo posto.

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