I furbetti del fisco sono avvisati: modificare le spese sanitarie nella precompilata può costare molto più caro di quanto si pensi…
C’è chi affronta la dichiarazione dei redditi con la leggerezza di una passeggiata domenicale. Clic, modifica, invia. Soprattutto da quando esiste il modello 730 precompilato, la tentazione di “aggiustare” qualcosa qua e là è forte. Ma attenzione: l’Agenzia delle Entrate ha alzato il livello di guardia. E stavolta, chi ha messo mano alle spese sanitarie rischia grosso.

Con un provvedimento pubblicato il 3 luglio 2025, il Fisco ha inaugurato una nuova ondata di controlli incrociati che mette nel mirino proprio chi ha modificato la precompilata. In particolare, sono sotto osservazione i dati riportati nel Quadro E, quello relativo alle detrazioni per le spese mediche e veterinarie. La fonte? Il Sistema Tessera Sanitaria, che ogni anno comunica all’Agenzia tutte le spese sostenute da milioni di contribuenti.
Il “ritocco” della precompilata a effetto boomerang
Modificare la dichiarazione dei redditi non è un reato, ma farlo senza solide giustificazioni può trasformarsi in un problema serio. Se, ad esempio, hai deciso di correggere gli importi relativi alle spese mediche—magari perché ti sembravano incompleti o errati—sappi che ora potresti ricevere una richiesta di documentazione da parte dell’Agenzia. E se le tue ricevute non combaciano con i dati ufficiali, scatteranno sanzioni.

Non basta dire “avevo altre spese non registrate”: serve dimostrarlo, carta alla mano. Fatture, scontrini, ricevute: tutto deve essere conservato con cura, anche se la dichiarazione è stata presentata da un CAF o da un commercialista. La responsabilità, infatti, resta in capo al contribuente. Secondo quanto previsto dall’articolo 36-ter del DPR 600/1973, l’Agenzia può accedere ai dati trasmessi dal Sistema Tessera Sanitaria non solo per il contribuente stesso, ma anche per i familiari fiscalmente a carico. E ogni discrepanza tra quanto dichiarato e quanto registrato fa scattare i controlli.
Il problema è che molti contribuenti non sono neppure consapevoli di avere “alterato” informazioni sensibili. Una correzione fatta in buona fede può comunque attivare l'”alert” del Fisco, con verifiche approfondite e persino retroattive. Si tenga presente che le spese sanitarie vengono trasmesse al Fisco in automatico ogni anno entro il 31 marzo. Quindi, anche se hai pagato in contanti, se hai dimenticato una ricevuta o se il medico ha commesso un errore di comunicazione, alla fine tutto deve “combaciare”, o sarai tu a doverne spiegare il motivo.
Il consiglio, dunque, è semplice ma fondamentale: se decidi di modificare la precompilata, assicurati di avere tutte le carte in regola. Altrimenti, meglio accettare il modello così com’è, anche se imperfetto. Perché quando i conti non tornano, è il contribuente a pagarne le conseguenze. E, spesso, con gli interessi…