Condomini morosi, l’amministratore è obbligato a recuperare i crediti: altrimenti potete chiedergli i danni

Nel contesto condominiale, la questione dei pagamenti in sospeso rappresenta spesso una fonte di tensione e difficoltà.

Quando alcuni condomini non versano quanto dovuto, l’intero equilibrio economico del condominio può essere messo a rischio. In questi casi, il ruolo dell’amministratore diventa centrale: è suo compito intervenire con le modalità e nei tempi previsti dalla normativa.

Una foto di varie palazzine che costituisco o un unico condominio
Condomini morosi, l’amministratore è obbligato a recuperare i crediti: altrimenti potete chiedergli i danni – casamatti.it

Se ciò non accade, potrebbero emergere conseguenze non solo per il condominio, ma anche per lo stesso amministratore. Negli ultimi tempi, alcune pronunce giurisprudenziali hanno posto l’attenzione su questo aspetto, richiamando la necessità di una gestione attenta e trasparente.

Obbligo di recupero crediti e responsabilità dell’amministratore

L’amministratore di condominio ha l’obbligo giuridico di attivarsi per il recupero dei crediti derivanti dalle morosità, nell’interesse dell’intera collettività condominiale. Questo dovere non è solo morale, ma è espressamente previsto dall’articolo 1129 del Codice Civile e dall’articolo 63 delle Disposizioni di Attuazione: entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio in cui il credito è esigibile, deve avviare le opportune azioni legali. Se non lo fa, rischia di compromettere l’equilibrio economico del condominio, obbligando i condomini in regola a sostenere spese aggiuntive.

Inoltre, l’amministratore è tenuto a fornire su richiesta i nominativi dei condomini morosi ai creditori del condominio, agevolando così l’eventuale riscossione coattiva. La mancata trasparenza o l’inerzia possono comportare la revoca dell’incarico da parte dell’assemblea condominiale.

amministratore su una scrivania che fa ricerca sul computer e analizza dati.
Obbligo di recupero crediti e responsabilità dell’amministratore – casamati.it

In casi più gravi, se la sua inattività ha provocato un danno patrimoniale — ad esempio per interessi di mora, costi legali evitabili o danni all’immagine — il professionista può essere chiamato a risponderne personalmente, anche con un’azione di risarcimento.

Una gestione prudente e reattiva è quindi fondamentale: non intervenire nei confronti dei morosi può trasformarsi in un serio problema legale per l’amministratore stesso.

Azioni legali contro l’amministratore per mancato recupero crediti

Quando un amministratore omette di intraprendere azioni per il recupero dei crediti condominiali, i condomini danneggiati hanno la possibilità di agire legalmente per tutelare i propri interessi. Tale inadempienza può infatti generare conseguenze economiche rilevanti per la collettività condominiale: dall’aumento delle quote per coprire le mancanze, fino a una gestione compromessa della cassa comune.

I singoli condomini possono chiedere il risarcimento dei danni subiti, sia diretti — come le spese anticipate — sia indiretti, derivanti da un peggioramento generale della situazione finanziaria dell’edificio.

Un recente caso del Tribunale di Rimini ha riconosciuto il diritto a richiedere le spese legali alla parte soccombente in caso di revoca dell’amministratore per negligenza, evidenziando che l’inerzia può avere risvolti concreti e misurabili. Questo orientamento rafforza l’importanza di una condotta attiva e responsabile da parte dell’amministratore, che deve utilizzare tutti gli strumenti previsti dalla legge per la riscossione.

In sintesi, ignorare le morosità può portare l’amministratore a rispondere non solo sul piano contrattuale, ma anche sotto il profilo patrimoniale e reputazionale. I condomini hanno diritto alla trasparenza e a una gestione efficiente del proprio patrimonio comune.

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