Sono in aumento i casi di Alzheimer e, purtroppo, una cura definitiva ancora non c’è. Ma possiamo giocare d’anticipo: i primi segnali, infatti, si manifestano molto prima.
Lo chiamano “la morte in vita”: siamo noi dall’esterno ma non siamo più noi all’interno. L’Alzheimer è questo: una morte in vita che priva una persona della sua memoria, dei suoi ricordi, della sua autonomia. Si tratta di una delle patologie più invalidanti che ci siano e, per il momento, purtroppo, una cura non c’è.
Non si tratta solo della perdita della memoria a breve termine ma anche della perdita della capacità di fare cose basilari che si sono sempre fatte come cucinare o aprire un barattolo. I casi sono in crescita, complice anche la durata media della vita che continua a crescere. Ma anche se l’Azheimer, nella sua forma più devastante, si presenta solitamente dopo gli 80 anni, i primi segnali arrivano molto prima: addirittura, talvolta, parecchi anni prima, anche decenni prima.
Il problema è che questi segnali vengono spesso sottovalutati, ritenuti di poca importanza, non allarmanti. Errore gravissimo: ogni minimo campanello che il nostro organismo a scattare, deve essere ascoltato in quanto significa che qualcosa non sta più funzionando come dovrebbe. Nel prossimo paragrafo vediamo a cosa dovremmo prestare la massima attenzione.
L’Alzheimer è una patologia altamente invalidante che compromette la vita non solo di chi ne è affetto ma anche dei suoi familiari. Una cura definitiva, ad oggi, non è ancora stata trovata ma possiamo agire d’anticipo riconoscendo i primi sintomi in modo da intervenire il prima possibile.
Curare l’Alzheimer non è possibile. Non ancora almeno. Tutto ciò che possiamo fare è capire subito i primi sintomi in modo da intervenire in modo tempestivo e rallentare l’avanzare della patologia. I primi segnali di Alzheimer possono manifestarsi anche con molti anni di anticipo. In particolare dovremmo fare attenzione al linguaggio, al modo in cui parliamo.
Come ha puntualizzato la dottoressa Sara Curtis della Nottingham Trend University, il linguaggio è indicativo e se notiamo repentini cambiamenti nel modo in cui parliamo, allora è opportuno correre subito ai ripari e fare controlli specifici. Ma quali sono, in particolare, i cambiamenti del linguaggio che dovrebbero metterci in allerta?
Il primo sintomo che potrebbe indicare un principio di Alzheimer è la difficoltà a ricordare le parole. Se all’improvviso rallentiamo nel nostro modo di parlare perché le parole ci sfuggono e non riusciamo più a ricordarle, non riusciamo più a trovare le parole giuste per esprimere ciò che volevamo esprimere, allora questo può essere un campanello d’allarme. Cosa possiamo fare? Fare subito visite e controlli in modo, eventualmente, da iniziare le cure il prima possibile e ritardare la comparsa dei sintomi più invalidanti.
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